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Medioevo n. 340 – Maggio 2025

Fin da tempi remoti si è creduto che lo scatenarsi degli elementi atmosferici dipendesse dal volere di entità superiori e dai loro poteri soprannaturali. Una storia millenaria, quella della «magia tempestaria», narrata da un vasto patrimonio di riti e tradizioni

Estratto da Medioevo n. 340 – Maggio 2025 – Lo studioso Vincenzo Tedesco ha recentemente curato l’edizione del volume Con tuono, lampo o pioggia, il cui titolo rimanda a una frase pronunciata dalle tre streghe del Macbeth di Sha-kespeare: ogni qualvolta entrano in scena, esse sono infatti accompagnate da fenomeni meteorologici («When shall we three meet again? In thunder, lightning, or in rain?», «Noi tre ci rivediamo quando? Con tuono, lampo o pioggia?»).

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L’intitolazione risulta però più chiara alla luce del sottotitolo del volume, ossia Magia e stregoneria tempestarie fra antichità ed età moderna. In un’epoca come quella attuale, nella quale il cambiamento climatico e i suoi effetti sono all’evidenza di tutti, ed è ormai assodato a livello scientifico che le attività antropiche incidono in maniera rilevante sullo stesso, è interessante andare a ritroso con la storia e indagare i rapporti tra uomo e fattori meteorologici nel corso dei secoli, o addirittura dei millenni.

L’uomo e il clima

L’uomo ha sempre guardato al cielo con un misto di timore, rispetto e speranza, a seconda dei casi. Nelle società preindustriali la pioggia benefica poteva essere una grazia per l’intera comunità, e far prosperare la stessa, ma, al contrario, tempeste, grandine e burrasche potevano rovinare i raccolti, mettere in ginocchio l’economia e attentare alla sopravvivenza della comunità medesima. Altrettanto vale per la siccità, che rischiava di distruggere intere colture, decimando, oltre alle messi, i capi di bestiame.

Visto lo strettissimo legame tra la sopravvivenza quotidiana e il clima, gli uomini si sono sempre interrogati sui fenomeni atmosferici, interpretandoli all’origine in forma magico-religiosa. Il maltempo e le sue manifestazioni (tuoni, lampi, fulmini, temporali, ecc.) venivano attributi innanzi tutto a entità soprannaturali, ossia agli dèi. Con l’avvento del cristianesimo è stata mantenuta la prerogativa divina sul clima, dando però maggiore risalto agli aspetti del peccato e della penitenza.

Gli eventi atmosferici venivano mandati da Dio perché irato per i peccati degli uomini. Ma anche i demoni potevano intervenire e causare tempeste, con il permesso concesso loro da Dio per ragioni imperscrutabili. I santi, al contrario, erano in grado di influenzare il clima intercedendo a favore dei fedeli.

Immanente è stata sempre l’idea, peraltro, fin dai tempi più (Per continuare la lettura corri in edicola e chiedi di Medioevo abbonati per riceverlo direttamente a casa!)

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Con tuoni, lampi e pioggia
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