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Copertina di Medioevo Dossier n. 38 Maggio/Giugno 2020 «Introduzione alla pittura medievale». L'illustrazione riproduce un affresco di Andrea Delitio raffigurante San Luca che ritrae la Vergine col Bambino. 1465-1470. Atri, Cattedrale (fotografia di Leo De Rocco).
Medioevo Dossier

Introduzione alla pittura medievale

Medioevo Dossier n. 38 – Maggio/Giugno 2020

Nascita dell’iconografia

Una questione d’immagine

L’arte cristiana tra la tarda antichità e i primi secoli del Medioevo risente, inevitabilmente, dell’influenza di temi e modelli elaborati nelle epoche precedenti. Un esempio eclatante: la dea Iside che si trasforma iconograficamente, assumendo le sembianze della Vergine Maria.
La disputa sui nuovi canoni artistici da adottare e su cosa effettivamente possa essere raffigurato travalica, tuttavia, lo stesso ambito della cristianità…

Da sempre, si tende ad associare l’idea della pittura medievale all’immagine sacra, sia nel mondo cristiano d’Occidente che in quello d’Oriente. Un collegamento suggerito dal fatto che, nonostante sia sempre rimasta viva una produzione destinata ad ambienti profani o comunque non attinenti al culto religioso o alla vita monastica, le sopravvivenze piú estese e significative dell’arte figurativa si collocano nelle chiese. Sebbene fuorviante, si ha cosí la convinzione che i pittori del tempo si dedicassero esclusivamente alle immagini religiose, in forma di effigie o di narrazione. E da ciò scaturisce un’immediata e inscindibile associazione tra arte figurativa e culto cristiano.

Questo legame, tuttavia, non è scontato. Fra le tre religioni scaturite dal ceppo di Abramo, il Cristianesimo è l’unica che abbia non solo tollerato, ma anche teorizzato e incentivato la creazione e il culto di immagini sacre. L’Ebraismo e l’Islam hanno ben presto maturato un rifiuto assoluto al riguardo. La sinagoga e la moschea, infatti, non lasciano spazio ad alcuna figurazione. In entrambi gli ultimi due casi, sia sul fronte ebraico che su quello islamico, il rifiuto non venne elaborato una tantum, in un momento fondativo, senza ammettere alcuna concessione, tanto che in talune fasi storiche o in situazioni particolari si è prodotta un’arte sacra ebraica di tipo figurativo, cosí come un’arte sacra islamica di tipo «paesaggistico» (con l’esclusione di esseri animati al suo interno: non vi sono né uomini né animali).

A Dura Europos (l’antica città della Mesopota- mia, oggi in Siria, n.d.r.) le scene narrative della sinagoga (244-245 d.C.) «competono» con quelle del battistero cristiano (232-33) e del mitreo pagano (II secolo d.C.). La Grande Moschea degli Omayyadi di Damasco, dal canto suo, è decorata da ampi riquadri a mosaico con piacevoli vedute paradisiache, che discendono direttamente dalle fantasie di tipo «nilotico» (ispirate cioè al paesaggio dell’antico Egitto) ampiamente sperimentate nell’arte ellenistica. Nell’adottare quell’elegante modello, si sottoponeva a un filtro rigoroso la visione d’insieme. Città, corsi d’acqua e alture furono mutati in realtà metafisiche, prive come sono di …(Continua la lettura sul Dossier o ABBONATI ORA!)

Scorri il sommario

NASCITA DELL’ICONOGRAFIA
Una questione d’immagine

L’ARTE BIZANTINA
La lezione venuta da oriente

I MATERIALI E LE TECNICHE
Per dare forma alle idee

GLI AMBIENTI E I CONTESTI
Grandi maestri e artisti senza nome

  • Napoli e Ravenna
    S. Giovanni in Fonte
    e Battistero degli Ortodossi
  • Matera
    Cripta del Peccato Originale
  • Aosta
    Cattedrale di S. Maria Assunta
    e collegiata dei Ss. Pietro e Orso
  • León
    Collegiata Reale di S. Isidoro
  • Capua
    S. Angelo in Formis
  • Venezia
    Basilica di S. Marco
  • Palermo
    Cappella Palatina
  • Siena
    Sala dei Nove del Palazzo Pubblico
  • Padova
    Cappella di S. Giorgio

Cronologia