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Medioevo n. 322 – Novembre 2023

La figura, il messaggio, l’immaginario del santo di Assisi si rinnovano, questa volta fuori dai confini della sua terra d’origine e di predicazione. Una complessa e raffinata mostra intitolata a san Francesco espone opere d’arte di altissima qualità, oggetti della vita monastica, sequenze cinematografiche in un contesto d’eccezione: il Museo Diocesano di Frisinga, nei pressi di Monaco, uno dei più importanti scrigni d’arte della chiesa cattolica d’Oltralpe, riaperto al pubblico solo di recente, dopo lunghi lavori di restauro

Estratto da Medioevo n. 322 – Novembre 2023

La mostra «Francesco. Il Santo di Assisi», allestita fino al 7 gennaio 2024 nelle rinnovate sale del Museo Diocesano di Frisinga (e curata da Christoph Kürzeder e Anna-Laura de Iglesia y Nikolaus, con il coordinamento di Lidia e Paolo Carrion), espone opere eccezionali, tra cui prestiti di altissimo livello, provenienti, naturalmente, in massima parte da musei italiani.

Gli oggetti testimoniano i momenti cruciali della vicenda esistenziale del santo, nonché i momenti salienti della «storia pittorica» che ne illustra la venerazione: tra essi incontriamo le prime raffigurazioni di san Francesco del XIII secolo, come la famosa tavola di S. Francesco di Pescia, insieme a opere di Tiziano e Caravaggio, per arrivare alle moderne, contemporanee manifestazioni della devozione e interpretazioni del santo, rese attraverso la letteratura e la cinematografia.

La mostra, d’altra parte, non è affatto una sola esposizione didascalica di capolavori, ma intende rispondere esplicitamente a un interrogativo solo in apparenza provocatorio e che si inserisce, con piena e dichiarata consapevolezza, all’interno delle attuali crisi socio-politiche ed ecclesiastiche: il mondo di oggi non avrebbe nuovamente bisogno di una figura «rivoluzionaria» come Francesco?

Su questo tema si esprime anche la schiera di storici e storici dell’arte i cui interventi sono riuniti nell’ampio catalogo della mostra, per ora disponibile solo in lingua tedesca ma di cui pubblichiamo, nelle pagine seguenti, una traduzione della prefazione del suo curatore, Christoph Kürzeder (Per continuare la lettura corri in edicola e chiedi di Medioevo abbonati!)

a cura della redazione, con contributi di Christoph Kürzeder e Lidia Carrion







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a cura della redazione, con contributi di Christoph Kürzeder e Lidia Carrion

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Prove tecniche di femminismo
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Senza nome e senza patria
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Il Vangelo come scudo
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